Ansel Adams è il bambino mai diventato grande. L’adulto appassionato e ossessionato dalla tecnologia ma legato a doppio filo con la natura. Quella più cruda e primordiale. Quella fatta di rocce, terra e tronchi. Nella sua vita ha avuto due passioni viscerali, la musica e la fotografia. Spesso le ha fuse. Come quando usava il metronomo in camera oscura per contare ad alta voce i secondi esatti durante i quali lastre o carte rimanevano nei bagni. Come quando ha dichiarato “Il negativo è la partitura, la stampa è l’esecuzione”.

Noto per le sue immagini naturalistiche uniche e ricche di dettagli, a testimoniare la cura maniacale con la quale si approcciava al mondo della fotografia. Inventore del Sistema Zonale in cui ogni tonalità di grigio trova il suo spazio in una scala di dieci step compresi tra 0 e X. In base alla rispettiva luminosità degli elementi lo 0 rappresenta il nero più chiuso ed intenso mentre la X il bianco puro. Una rivoluzione epocale nel mondo della fotografia in bianco e nero. 

Adams ha sostenuto allo stremo la sua tesi. La fotografia rappresenta senza alcun compromesso la realtà, non ammette alterazioni oltre quelle che avvengono per processo fotografico. 

Le sue iconiche e mozzafiato immagini dei parchi nazionali americani sono state stampate centinaia e centinaia di volte da lui stesso e apparse nelle migliori gallerie d’arte moderna. Prime tra tutte quelle della Yosemite Valley, luogo con il quale il fotografo sente un legame ancestrale sin da quando la visita per la prima volta da adolescente.

Un Maestro indiscusso e senza tempo, amato per la sua ironia e per la convinzione che non basta attivare l’otturatore per ottenere un’immagine ma la si deve previsualizzare, studiare, creare con cuore e sentimento senza tralasciare la tecnica! Sempre critico nei confronti delle fotocamere ‘inquadra e scatta’ (gli smartphone dell’era moderna!)

Personaggio così “grande” che una montagna porta il suo nome, il Mount Adams… manco a dirlo, tra le cime della Sierra Nevada!

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